Scandalo fiscale scuote il calcio italiano. Coinvolti i club di Brescia e Trapani, accusati di aver utilizzato crediti d’imposta inesistenti per saldare contributi federali. Ora cambia anche la classifica finale: il Brescia, salvo sul campo, rischia la retrocessione a tavolino.
La Serie C e la Serie B sono scosse da una nuova bufera giudiziaria. A finire sotto i riflettori della Procura Federale sono Brescia e Trapani, accusate di aver utilizzato crediti d’imposta inesistenti per effettuare versamenti contributivi verso Irpef e Inps, mettendo così a rischio la regolarità dei rispettivi campionati.
Il caso Brescia: Cellino si difende, ma la penalizzazione è in arrivo
Il Brescia Calcio, militante in Serie B, avrebbe utilizzato due distinte compensazioni tramite crediti d’imposta per coprire versamenti fiscali per un totale di circa 1,88 milioni di euro, nelle scadenze di febbraio e aprile 2025. Il presidente Massimo Cellino ha dichiarato di essere stato vittima di una truffa da parte di una società con sede a Milano, che avrebbe venduto crediti inesistenti a diversi soggetti, tra cui club sportivi.
«Non siamo noi gli artefici di questa situazione – ha dichiarato Cellino –. Siamo parte lesa, ingannati da una realtà che si presenta sul mercato con apparente credibilità. Agiremo per vie legali».
Ma nel frattempo la Procura Federale ha aperto un fascicolo e la sanzione appare pressoché inevitabile. Si parla di una penalizzazione tra i 2 e i 4 punti, che, in un campionato ormai concluso, cambierebbe completamente lo scenario della classifica finale.
Serie B, classifica riscritta: Brescia in Serie C, Sampdoria ai playout
Il Brescia, salvo sul campo, è destinato a retrocedere in Serie C in caso di penalizzazione. In virtù dei nuovi calcoli, sarebbe la Sampdoria a scendere in zona playout, dove affronterebbe la Salernitana. In questo scenario, invece, il Frosinone, finora atteso allo spareggio salvezza, si ritroverebbe salvo automaticamente, beneficiando della riformulazione della graduatoria.
Un colpo di scena clamoroso, che modificherebbe gli equilibri della post-season e aprirebbe la porta a ricorsi incrociati, con la FIGC costretta a intervenire in tempi strettissimi per garantire certezza giuridica e sportiva prima dell’inizio dei playout.
Il Trapani nella stessa trappola: anche Antonini denuncia la frode
Sul fronte Serie C, a tremare è il Trapani, finito undicesimo nel Girone C con 41 punti, fuori da ogni zona a rischio. Tuttavia, anche il club siciliano avrebbe effettuato pagamenti contributivi usando gli stessi crediti d’imposta “fantasma” forniti dalla società milanese. Il presidente Marco Antonini ha emesso un comunicato chiarendo la posizione del club:
«Abbiamo agito in buona fede, convinti della regolarità dell’operazione. Il Trapani è parte lesa e si sta già tutelando legalmente per dimostrare la propria estraneità ai fatti».
Il caso del Trapani è ora al vaglio della Commissione COVISOC e della Procura FIGC, che dovranno valutare se vi siano estremi per un deferimento e una conseguente penalizzazione anche in Serie C.
I precedenti e lo spettro di una nuova ondata di sanzioni
I casi di Turris e Taranto, sanzionati con penalizzazioni per l’uso improprio di crediti d’imposta nella scorsa stagione, creano un precedente pesante. Le norme sono chiare: chi non paga i tributi nei termini previsti è soggetto a sanzioni sportive, anche in caso di tentata regolarizzazione successiva. Il nodo è se i crediti utilizzati possano essere considerati validi o meno, e la risposta, secondo i primi riscontri dell’Agenzia delle Entrate, è negativa.
Con l’estate alle porte, il rischio è che il calcio italiano debba riscrivere la mappa delle promozioni e delle retrocessioni nei prossimi giorni. Intanto, i tifosi di Brescia e Trapani attendono, col fiato sospeso, un verdetto che potrebbe riscrivere la storia delle rispettive stagioni.