Ottava partita senza vittorie per il Benevento, e il volto di Michele Pazienza al termine del match contro il Sorrento esprime tutta la sua delusione. La sua squadra non è riuscita a trovare il successo nemmeno in casa, raccogliendo solo un pareggio che rallenta ulteriormente la corsa giallorossa.
“Dobbiamo prendere atto della situazione in cui ci troviamo e lavorare meglio, altrimenti sarà dura uscirne”, ha dichiarato il tecnico pugliese in conferenza stampa. “Sappiamo che la squadra ha qualità, ma dobbiamo trasformarla in risultati. Il pareggio di oggi lascia rammarico, perché abbiamo avuto le occasioni per vincerla, ma non siamo stati abbastanza incisivi”.
Le scelte tattiche: Berra esterno e l’esclusione di Oukhadda
Una delle decisioni più discusse è stata l’impiego di Berra sulla fascia destra al posto di Oukhadda, una scelta che ha fatto discutere i tifosi e gli addetti ai lavori. “La mia intenzione era dare maggiore compattezza alla squadra. Berra garantisce fisicità e leadership, e in un momento come questo abbiamo bisogno di punti di riferimento solidi in campo. Proteggere meglio la difesa significa partire dalla mediana, vincere più duelli sulle seconde palle e chiudere le linee di passaggio”, ha spiegato Pazienza.
Il concetto di titolarità e il contributo di Starita
Il tecnico ha voluto sottolineare ancora una volta l’importanza di una mentalità collettiva, in cui ogni giocatore deve sentirsi sempre coinvolto: “Tutti devono sentirsi titolari. Starita è un esempio: lavora sodo, si fa trovare pronto e ci dà profondità. Lo stesso discorso vale per chi entra a partita in corso. Il contributo di ogni singolo è fondamentale, anche se si gioca solo pochi minuti. Dobbiamo capire che ogni pallone può fare la differenza”.
Modifiche tattiche nel finale
Nel secondo tempo, il Benevento ha provato a cambiare qualcosa per provare a vincere la partita: “Ho cercato di variare l’assetto per renderci meno prevedibili. Con il centrocampo a due e Manconi sottopunta dietro Starita, volevo dare più imprevedibilità negli ultimi metri. Sappiamo che Lamesta ha qualità nell’uno contro uno, ma non possiamo dipendere solo da lui. Negli ultimi 25 metri serve più coraggio e più iniziativa personale”.
Mancanza di concretezza e difficoltà sotto porta
Uno dei problemi principali resta la scarsa incisività in zona gol: “Arriviamo spesso a ridosso dell’area, ma non tiriamo abbastanza. Questo è un limite su cui dobbiamo lavorare, perché alla fine sono i gol a decidere le partite. Oggi il Sorrento ha chiuso bene gli spazi, ma dobbiamo essere più rapidi nel far girare il pallone e più cattivi quando si presenta l’occasione”.
Ora il Benevento dovrà cercare di voltare pagina nella prossima sfida contro la Casertana, una partita che diventa sempre più fondamentale per spezzare questa lunga astinenza dalla vittoria.